mercoledì 22 luglio 2009

“I poveri e il ceto medio lavora per i soldi. I ricchi costringono i soldi a lavorare per loro”

Si lo so che questi titoli che scrivo insieme ai post possono essere giudicati “provocatori”.

Per certi versi lo sono proprio perché la provocazione porta spesso, a far riflettere a farci fermare un attimo e capire che ci sono altre "vie d’uscita" rispetto al modello che la società,i genitori e l’educazione che ci è stata data ci impone.

E’ proprio vero. Ci sono altri modelli da imparare ed utilizzare per migliorare la nostra vita.
Questa è stata la mia prima scoperta da quando avevo 22 anni(oggi ne ho 39 quasi…).

Da quel momento ho dedicato tutte le mie energie per trovare il “modello” adatto per me e una volta trovato, ne sto “copiando” le modalità di applicazione,i pensieri,le emozioni e tutto ciò che può aiutarmi a realizzare il “mio modello” di vita.

Sto rileggendo come mi capita spesso i miei adorati libri. Ho trovato una parte che voglio condividere con te che dice: “I poveri e il ceto medio lavora per i soldi. I ricchi costringono i soldi a lavorare per loro”.

Sono certo che già solo questa frase, ha già stimolato la tua curiosità e forse anche la tua attenzione.

L’autore di questo libro che suggerisco vivamente “Padre ricco padre povero”, scrive che nella sua vita ha avuto due padri. Uno quello biologico,l’altro la persona che gli ha “aperto la mente”.

Il padre biologico, era un professore molto quotato e preparatissimo nel sul lavoro. Lavorava sodo, spesso anche nei weekend ed era costantemente alla ricerca dell’equilibrio finanziario. Sempre con i conti da far quadrare e che guarda caso, non quadravano mai!

Il padre “ricco” aveva un’istruzione nella media, era ricco ed aveva molto tempo da dedicare alla famiglia e ai suoi figli. Che lavoro faceva? Era un imprenditore-investitore che costringe i soldi a lavorare per lui!

Il padre ricco cominciò a dare le sue lezioni a Robert(Kiosaky l’autore del libro).

LEZIONE n.1: I Ricchi non lavorano per i soldi

Il timore di essere squattrinati ci motiva a lavorare duro; poi riscossa la paga, l’avidità o il desiderio ci inducono a pensare alle cose acquistabili con i soldi. Così, si fissa un modello.

Questo modello consiste nell’alzarsi dal letto tutte le mattine,andare al lavoro,pagare le tasse,rialzarsi dal letto,andare al lavoro,pagare le bollette… In questo modo, la vita è dominata per sempre da paura e ingordigia. Questa è quella che l’autore definisce “la corsa del topo”.

La paura tiene intrappolati in questo ciclo di lavoro-guadagno-lavoro-guadagno- nella speranza che svanisca la paura.

La vecchia paura tiene svegli milioni di persone per tutta la notte con preoccupazioni e agitazioni infinite. In questo ciclo i soldi controllano le loro emozioni.

E’ perfettamente normale cercare qualcosa di meglio, di grazioso,divertente, eccitante. La gente lavora per i soldi per le soddisfazioni che ritengono possano appagare.

Ma la felicità comprata con il denaro ha vita breve,sicchè ne ha bisogno ancora per avere più piaceri, soddisfazioni,comodità,sicurezze. Quindi si continua a lavorare perché pensano che i soldi leniscano l'anima preoccupata da paure e desideri. Ma non ci si riesce.

Un posto di lavoro da impiegato è una soluzione a breve termine ma per un problema(quello di soddisfare i nostri bisogni) a lungo termine. Quindi è inadeguata.

La causa principale della povertà o dei guai finanziari sono: la paura e l’ignoranza.

Un sacco di gente passa la vita ad aspettare la paga mensile, un aumento salariale e la sicurezza professionale a causa della paura e dell’avidità.

E’ come l’asino che tira il carretto perché il proprietario gli fa ballonzolare davanti al muso la carota. L’uomo può andare dove vuole mentre l’asino insegue un’illusione.

Svegliarsi di notte con il terrore delle bollette da pagare è una maniera orribile di vivere.
Penso che qualcuno condivida con me quest’ affermazione.

La domanda allora è: che fare?

Si può lavorare ancora più duramente ma questo non cambia la situazione.
La gente del ceto medio pensa a pagare le bollette. I ricchi pensano a “come creare soldi per farli lavorare. Questa è una sottile ma fondamentale differenze: il modo di pensare.

Questo è il modello che ho deciso di seguire e la notizia buona è che TUTTI possono impararlo, a condizione che decidano di “cambiare” i propri pensieri e abbandonare i vecchi modelli.

Di questo ne parleremo nei prossimi post.

Nel frattempo ti suggerisco qualche lettura che può aiutarti a farti vedere il mondo da una prospettiva diversa da quello da cui l’hai vista fino ad ora.

Clicca sul link "I soldi fanno la felicità e l’arte della ricchezza" e buona lettura...
http://www.autostima.net/shopping/prodotto.php?id_prodotto=292&pp=92511

Alla prossima!

Salvatore

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